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Il Sedona Method fa soffrire


Disclaimer 1: io sono un appassionato di pseudoscienze (e anche filosofie e religioni strane come la Huna). In questo articolo ce n'è una di esse. Continua a leggere a tuo rischio e pericolo.

Far soffrire il personaggio può essere facile a volte. Ma talvolta, per evitare di essere ripetitivi o di cascare nel cliché, è più complesso trovare il modo giusto di farlo soffrire. La sofferenza è qualcosa da evitare nella vita reale, invece nella fiction è utile svilupparla in abbondanza, e diversificarla per ogni storia. Proverò a offrire qualche spunto.

Se ancora non si fosse capito un argomento che mi interessa molto, al di fuori della fiction, sono le pseudoscienze, ma non mi limito a quello. Quando ho tempo (o meglio quando avevo) leggo anche libri su religioni rare o su filosofie varie (evito i classici).

Il mio scopo non è scoprire la verità assoluta. Mi interessa vedere se trovo strumenti utilizzabili, o anche solo stimoli creativi.

Ecco perché oggi voglio parlare di come applicare il Sedona Method alla Fiction.

Cos'è il Sedona Method è poco importante per lo scopo di questo articolo, ti riporto solo la descrizione sul sito ufficiale.

Se vuoi saltare l'introduzione dove parlo di marketing e pseudoscienze clicca qua!

What is The Sedona Method
The Sedona Method is a unique, simple, powerful, easy-to-learn and duplicate technique that shows you how to uncover your natural ability to let go of any painful or unwanted feeling, belief or thought in the moment.

Disclaimer 2: non farti fregare!
Il Sedona Method contiene qualche metodo (che io chiamo) di meditazione e dice di poter rivelare cose incredibili che cambieranno completamente la tua vita!
Ecco. E' marketing. E questo è un mondo pieno di guru molto aggressivi.

Gli americani peraltro sono molto bravi.

Qua in Italia può capitare che i produttori spendano poco sul prodotto, tirando fuori cose come i libri della Troisi. Fanno una bella copertina e poi si limitano a urlare al mondo: "è uscito il miglior libro fantasy del mondo! La regina del fantasy italiano può sfidare perfino Tolkien."

Stan
Parola di Stan: il miglior venditore del mondo!

In America creano un prodotto buono (e la base del marketing del giorno d'oggi secondo Seth Godin è il prodotto), sfruttano e incitano i testimonial molto meglio, arrivando perfino a ricorrere a tecniche di Cold Reading.

Ecco. Non cascarci. Il Sedona Method è interessante, ma se vuoi approfondire le meccaniche mentali parti da qualcos'altro.
La PNL? Io personalmente la ritengo più avanti della psicologia, ma ognuno è libero di pensarla diversamente. I libri di Bandler costano meno e si trovano anche sul mulo.
Se invece preferisci studiare psicologia o qualsiasi altra cosa e ci trovi dentro qualcosa di applicabile alla fiction mi interessa. Mischiare le conoscenze per me è qualcosa di utile e interessante.

Se invece delle pseudoscienze non ti importa granché meglio così.

Valuta sempre prima di tutto cosa ti piace fare.

Adesso, dopo tutta questa introduzione passiamo al nocciolo dell'articolo.

Il Sedona Method esprime un'opinione su quale siano le fonti di sofferenza personali. Afferma che tutto deriva dalla sensazione di "separazione", dal sentirsi isolati dal resto del mondo. E fin qui non ci aiuta molto. E' troppo poco pratico per essere facilmente comprensibile.

Poi passa a 3 livelli di emozioni negative che partono da desideri profondi. E queste magari sono utili.

Quindi mi sono detto: perché non usarle nella fiction?

Eccole qua.

1 Desiderio di sopravvivere come corpo

Sì. Volenti o nolenti ci teniamo al nostro corpo. Non è questione solo di vita o di morte. Ci teniamo alla salute, e le malattie possono spaventare un personaggio, fino a fargli compiere azioni che altrimenti non farebbe.
Una malattia può anche essere contratta dal personaggio e farlo soffrire ancora di più. Poi ci sono le ferite fisiche, la tortura, le menomazioni permanenti, o anche un semplice e sano pestaggio.

Inoltre c'è il freddo, il caldo, il bisogno di cibo. Il corpo può essere una notevole fonte di sofferenza, basta solo essere creativi. Consultare un medico può aiutare! Se hai un amico che studia medicina chiedigli qualche dritta.

2 Desiderio di approvazione

E' legato al desiderio di sopravvivere e potrebbe derivare dalla nostra eredità tribale, dopotutto l'homo sapiens è un essere sociale. Sente il bisogno più o meno profondo di ottenere l'approvazione di chi gli sta intorno, soprattutto del circolo sociale di riferimento. Qua non si scappa. C'è qualche personaggio che ne ha meno bisogno, e qualcuno che ne ha di più. Qualche personaggio vorrà l'approvazione di una manciata di persone, altri invece vorranno l'approvazione delle masse. Ma l'effetto dell'approvazione può anche essere visibile nella storia. Un personaggio che sa di avere questa approvazione sarà più sicuro di sé, sarà in grado di affrontare anche le sfide più difficili con il cuore tranquillo.

Quindi che fare?

can I please - Gapingvoid

Togliamogliela questa approvazione! Puoi fare in modo che il personaggio cerchi l'approvazione di una determinata persona. Mentre quella persona lo disprezza! Puoi farlo odiare dalle masse, renderlo un paria, fare sì che i suoi amici gli voltino le spalle. E magari puoi inventare anche qualche personaggio che sfrutterà questo desiderio di approvazione. Come Piggy nel libro "il signore delle Mosche", intelligente ma antipatico. O potresti inserire la necessità di approvazione con un altro desiderio del personaggio. Come in Romeo e Giulietta. L'amore vs l'approvazione della famiglia (in realtà oggigiorno un concetto molto anni '80).

3 Desiderio di controllo

Anche questo è legato al desiderio di sopravvivere. Maggiore il controllo sulle azioni, più sarà facile sopravvivere (è l'idea di base, non un dogma!).
Essere costretti a fare qualcosa peggiora molto la situazione. Perfino un'attività divertente può diventare un inferno se il personaggio è costretto a compierla.

Quindi perché non rendere il personaggio schiavo di qualcosa?
Schiavo della carriera, che lo costringe a sacrificare la famiglia. O schiavo della famiglia che lo costringe a lasciar perdere la carriera. Oppure può essere divertente anche una sorta di schiavitù vera. Magari il personaggio è davvero uno schiavo di un padrone, o un clandestino obbligato a svolgere lavori umilianti e/o pericolosi.

* Separazione e unità, ovvero come raddoppiare le fonti di sofferenza

Ricordi quando all'inizio dell'articolo ho usato questa parola? La sensazione di separazione.

Be', esiste anche il contrario. La sensazione di unità. E tutte le volte che un personaggio si sentirà unito a un'altro nasceranno altre fantastiche fonti di sofferenza.

COLLAB: Ghoul Ghost by *MasterStryke

1 bis Fisica riflessa: Il personaggio soffrirà anche se a venire ferito o ad ammalarsi sarà la persona che ama e a cui si sente unito. Anzi, a volte sarà una sofferenza peggiore, soprattutto se colpiremo qualcuno di più vulnerabile rispetto al personaggio principale, o un suo punto di riferimento. 

2 bis Approvazione pubblica: Spesso il personaggio potrebbe voler vedere che l'altro sia approvato dal pubblico o da altre persone. A volte capita anche che il personaggio desideri l'approvazione di qualcuno per sé, mentre desidera l'approvazione di altri individui per la persona amata. 

3 bis Controllo totale: questa in un modo e nell'altro la si può capire intuitivamente. Quando il personaggio si sentirà unito alla persona amata desidererà il suo bene. E quindi desidererà controllarla anche se il suo concetto di bene sarà diverso dal concetto di bene dell'altra persona.
Quando il personaggio è unito alla persona amata invece potrà essere apprensivo e cercare di muovere la persona amata nella direzione che pensa sia meglio per quest'ultima. La tipica famiglia che indirizza il figlio sulla buona carriera quano lui invece vuole fare il porno attore!
A volte avrà ragione, altre volte si sbaglierà. Noi siamo nella fiction. Quindi facciamoli sbagliare e soffrire!


Credits
MasterStryke
: autore dell'immagine COLLAB: Ghoul Ghost è proprietario del rispettivo copyright. L'opera in questo articolo è stata utilizzata con il suo consenso.

Gapingvoid: il sito di HughMacLeud, disegnatore della vignetta can I please.


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