Dialoghi (Angeli e Demoni compresi nel pacchetto)
In praticamente tutte le storie, prima o poi, e di solito spesso, i personaggi discutono tra loro. Purtroppo a volte questi discorsi sono forzati, o semplicemente non abbastanza avvicenti. Quindi dopo un breve ripasso, proverò a fornire qualche tencica specifica per migliorare i dialoghi.
Prima di tutto il breve riepilogo. Non mi soffermerò su di esso perché so che la maggior parte degli utenti di Eydor ha già letto il manuale di Gamberetta sui Dialoghi (se sei un eccezione ti consiglio di leggerlo).
Testimonial lettore di Gamberetta |
Basta non ne posso più! Se leggo già Gamberi Fantasy non voglio risentire gli stessi argomenti! |
E' per questo che le ho inserite in una tabella riepilogo. Così se vuoi la puoi saltare! Io però dico che un ripasso fa sempre bene.
Riepilogo! |
Un dialogo deve essere: - Significativo: deve portare avanti la trama o mostrare lati di un personaggio, ancora meglio se fa più cose insieme. - Condito: nella realtà non comunichiamo solo con le parole, ma anche con il linguaggio del corpo, quindi sarà utile mostrare le azioni del personaggio durante il discorso. - Verosimile: dovrà quindi usare i termini e il modo di fare dei personaggi che parlano. Inoltre i dialoghi dovranno essere legati alla scena e non forzati all'interno di situazioni con cui non centrano nulla. - Interessante: deve suscitare interesse, ed essere brillante, d'impatto, con battute che attirano l'attenzione. Insomma, esattamente il contrario di Ciao come va? Hai mai origliato un discorso? Alcuni sono noiosi. Tu scrivi solo dialoghi che sarebbe divertente origliare. - Spontaneo: deve sembrare una discussione naturale, che scorra in maniera fluida e non forzata. * A volte interessante e spontaneo vanno in conflitto. Puoi decidere se puntare sull'uno o sull'altro oppure puoi cercare un intermezzo. - Differenziato: ogni personaggio ha una voce, un modo di fare e esclamazioni tipiche. Se fatto bene questo modo di parlare può diventare un marker. Se ad esempio un personaggio usa spesso la parola "Suvvia" allora appena il lettore la trova nel discorso sa già chi sta parlando. - NO predicozzi: stai scrivendo una storia, non un trattato di teologia. - NO infodump: questa è una regola generale. Si riconoscono gli infodump perché sono forzati nel dialogo, non spontanei e quindi inverosimili. - Non forzare le emozioni: far dire a un personaggio "Ho paura" quando è del tutto incongruente è sbagliato (es. se Conan il barbaro vede un barboncino e dice "ho paura" è incongruente1. Puoi usare frasi del genere per far ridere, ma non in contesti seri). - Dialogo obliquo: cioè essere due passi avanti e saltare le battute ininfluenti di un discorso. |
Ora cosa possiamo fare con un dialogo? Ecco alcune tecniche valide.
1) Attaccare l'interlocutore
Un dialogo ha un ritmo più lento di una scena d'azione, ma questo ritmo può essere più o meno veloce.
Sam interroga un demone per scoprire le diaboliche tecniche dei dialoghi.
Il ritmo di basa sul conflitto, la posta in gioco e la suspense. E tutti questi concetti si possono applicare al dialogo direttamente.
Si può far litigare i personaggi sia a livello verbale, inserendo insulti e altre offese, sia a livello mentale, inserendo un personaggio che evochi ansia, paura, dubbi o altri stati negativi nell'altro interlocutore.
Nina Myers: Non ho piazzato le bombe al CTU, ho solo venduto i piani.
Jack Bauer: Credi quello che vuoi, Nina, ma hai ucciso i tuoi amici.
Nina Myers: STA ZITTO, DR JACK! ZITTO!
Originale in inglese:
Nina Myers: I didn't bomb CTU, I just sold the plans.
Jack Bauer: You believe what you have to, Nina, but you killed your friends.
Nina Myers: SHUT UP, JACK! SHUT UP!
Sai che nella musica le pause sono considerate come parte della melodia?
Vale lo stesso per i dialoghi: un silenzio può comunicare molto, può perfino esprimere dei sentimenti così intensi da paralizzare un personaggio.
Anche mostrare un personaggio in silenzio mentre tutti gli altri parlano mostra qualcosa di lui e può aumentare la dose di suspense in una scena.
Insomma. Il silenzio comunica molto ed è uno strumento versatile. Si può sia inserirlo direttamente.
Il silenzio riempì la sala.
Sia limitarsi a mostrare il linguaggio del corpo di uno dei personaggi.
Coltan fissò l'articolo di Fantasy Eydor che gli stava indicando il demone. Si portò una mano al volto e scosse la testa.
Shh, più avanti c'è una stanza piena di demoni.
3) Suspense - lasciare intendere senza precisare
Gli interlocutori possono essere al corrente di qualcosa che il pubblico ancora non sa. In questi casi possono parlare senza specificare di cosa stanno parlando.
Coltan: E' uscito?
Demone: Speriamo di no. Altrimenti...
Coltan: Io non ho il coraggio di controllare.
Demone: Lascia stare, meglio non pensarci più2.
Questa tecnica è particolarmente utile per aumentare la suspense se usata a fine capitolo.
Tutti i demoni si voltarono verso Coltan.
Non indovinerete mai cosa mi è appena successo!
Fine capitolo!
Coltan non ha ascoltato il suggerimento di Castiel. Chissà come mai...3
4) Contestualizzare
A volte in una scena appare un cliché tipico. Di solito è meglio evitarli, ma può capitare che accadano, e, se non sono troppo forzati, possono essere usati per farsi quattro risate.
Mi ricordo una puntata di Supernatural, mi pare la quarta serie. Sam era da solo in una camera con una vecchia dall'aspetto minaccioso. La vecchia stava male, non riusciva ad alzarsi dal letto e parlava a bassa voce. Sam non riusciva a sentire quello che diceva e la vecchia gli faceva cenno di avvicinarsi.
Alla fine Sam si avvicinò, contestualizzando: non ci credo che lo sto davvero facendo.
Facendo pronunciare queste parole dal personaggio lo storyliner comunica: caro pubblico, lo so che ti sembra la solita cazzata cliché horror, me ne rendo conto, non sono mica un incompetente. Fidati di me.
Il pubblico in questo caso tira un sospiro di sollievo. Meno male, lo sceneggiatore sa quello che sta facendo, magari ci si può fidare. Vediamo come si risolve.
Contestualizzare può anche essere usato per spiegare strani comportamenti, ma in quel caso è meglio avere un interlocutore opportunamente ingorante.
Naruto usa la moltiplicazione del corpo e guarda Kakashi, senza capire cosa dovrebbe fare.
Kakashi: Naruto, puoi usare la moltiplicazione per imparare più in fretta!
Attento però che quando un personaggio spiega troppo rischi di finire nell'infodump.
Fai attenzione! Creare dialoghi è pericoloso.
Anche infilarsi le dita negli occhi...
Le contestualizzazioni per giustificare i cliché sono spesso usate per rendere la trama comica. Un esempio sono queste due pagine di Order of the Stick (Pagina uno dove si introduce il cliché, pagina due si risolve).
Insomma il dialogo può essere usato in svariati modi. Presto parlerò anche di come usare il dialogo per approfondire l'ambientazione, se ti vengono in mente altri modi d'uso li vogliamo sentire!
Rivelazioni
1) In realtà Conan aveva paura perché soffre di una fortissima allergia al pelo di cane ispido.
2) I due stavano parlando del prossimo articolo di Fantasy Eydor.
3) Coltan non ha ascoltato il suggerimento di Castial perché la maggior parte dei demoni sono gnocche dalla mentalità aperta.